Il malditesta

ispirato dalla foto Species02.rom.026

 

Una sottile pioggia ghiacciata massacra un braccio bianco. Unico superstite. Esce candido da un tulle di rete metallica. Il resto non è molto di più della farcitura del tacchino per il giorno del ringraziamento.

- Abbiamo finito qui con le foto? -- Sì, non c´è molto da aggiungere...da stasera gli snuff avranno dalla loro una croce in più! -Sembra un´anguilla intrappolata nella terra che si raggruma al sole, si contorce, lentamente, e stenta.- Vieni con noi Jill? -- No - grazie, per stasera ho visto anche troppo le vostre facce! Ci troviamo domani. Bye! -

Non ho voglia di rientrare, come ieri del resto, o domani...lo farò lo stesso. Magari un buon sonno mi aiuterà a capire chi addipana il filo dall´altra parte. In questa città del cazzo persino i palazzi vuoti sembrano affogare. Non ci si può certo aspettare che le persone ne escano bene. Un´infezione. Ci deve essere un´infezione nel cervello di chi ha dato origine a tutto; ora sembriamo noi la divergenza, crepe in un´asettica e sistematica uniformità, muffe, morbi che imputridiscono creando bagliori di bianchi vermi. Morbidi, vivaci, glutinosi...Già noi, i non perfezionati, quelli senza impianti, la feccia! Sssssssssssscccccchhhhh! La loro volgare banalità potrebbe svegliarsi e convincere tutta la rete multimediale ad abbandonare le vecchie spoglie che puzzano di polvere, per luccicanti materiali d´avanguardia, resistenti al gelo, al fuoco, al tempo...mille scongiuri non basterebbero a farci arrivare così lontano da non sentire quella voce che tenta di raggirarci. Ci mancherebbe solo questo, come se non bastassero tutti i guai che riesce a creare questo marcescente circo degli orrori!

Pare che oggi la pioggia ci voglia concedere un giorno di tregua. Tutta la città è paralizzata nella fanghiglia, le nostre indagini non potrebbero proseguire neanche se lo volessero e, d´altronde, non lo vuole nessuno. Sonnecchi; il turbinio delle auto, mi crea convulse vertigini che schiantano, sconquassano. Poi ripiombo nella stanza. - Jill, ci troviamo da fare? -- Tipo cosa? -- L´ipotesi di scrivere un rapporto per archiviare il caso di ieri ti sembra plausibile? -- Plausibile?!?! C´è ancora qualcuno qui che riesce a farsi scalfire da qualcosa, o vi hanno glassato il cervello con l´acciaio? Un´altra ragazzina è stata ritrovata in quelle condizioni e volete far passare tutto per ordinaria amministrazione? -- In realtà è ORDINARIAMMINISTRAZIONE! -

- Be´, forse per voi merdosi leccaculo ma non per me! Sono stufa di vedere simili porcate e girarmi dall´altra parte, sono stufa... -- Calmati piccola, cosa potremmo fare noi? -- Per esempio il nostro mestiere, indagare! C´è ancora qualcuno che ricorda come si faccia o eravate tutti troppo impegnati a scaldarvi le chiappe per ripassare la lezione? -Fuori dalla finestra, poco distante, stanno sezionando con un bisturi azzurro un uomo alato; esco sbattendo la porta dietro alle spalle, aspettando un tonfo che non arriverà mai. Il maledetto SAPS(Standardization Acoustic Pollution System) non avrebbe potuto tollerarlo quindi (da troppo) siamo privati anche di questo patetico sfogo!!!! Corro giù per le scale di latta gommosa. Scivolo giù da queste scale appiccicose. Ogni passo si incolla ai disegni impressi sui gradini senza mutarne la struttura. Gli atomi dei miei piedi vi si fondono, poi escono elastici e si rituffano nell´allungato istante successivo. Gli arabeschi si fanno spazio, si insinuano nelle mie gambe. Le ginocchia che si piegano ovattano i movimenti lenti, la ringhiera si contorce intorno alle gambe. Cala il soffitto in gocce vischiose; batto le palpebre. Lottano per aprirsi di nuovo. Sento la luce come lattice che mi copre di rugiada resinosa. Annaspo. Cristallizzo. Ci vogliono secoli, eppure l´ansia di essere fuori mi gonfia e forma una violacea spirale di ciniglia che sale, sale, come tante bolle di sapone trasparenti; più piccole, più grandi. Trasparenti. Apro gli occhi e il tempo mi ha già deposto sul soffice divano di casa; sprofondo di nuovo. Non è reale ciò che immagino. Non può esserlo... eppure lo sento, lo vivo... Sciocchezze, tutto è una farsa, una grottesca farsa orrenda. Mi riempie. Ogni molecola è un macigno che mi schianta. L´incubo è che riesco a percepirle tutte; singolarmente. Il brusio che emettono si ricollega in una voragine discorsiva, rimbomba. No sense. Annego anch´io nella fanghiglia. Inferno!

Si respira! Sono già passati due giorni, ancora niente. Mi alzo, preparo la colazione, mi vesto. Esco. Il Pubblic Insecurity Office sta gettando la massa nel caos con un surplus di notizie raggelanti per ristabilire quel magico equilibrio tra serenità, benessere e disperata preoccupazione che permette al governo di non cedere il posto alla controparte. I media intanto si affannano a creare intangibili paesi di miseria, per donarci quella sana cecità che ci illude che il luogo più miserabile non sia questo. Su ogni schermo sfavillante mercificazione. Esisterà davvero un modo per cambiare i confini dei palazzi che ci schiacciano senza ricorrere al martello pneumatico?

Due maschere si svegliano ai lati del marciapiede. Un elmo di capelli che luccicano come uno stensorio si rotola su un fianco e si alza, mentre una corazza di cenci nasconde le ginocchia tra le braccia. La ragazza indica l´altro dicendo: "È condannevole. Il mondo poggia su una quadriglia di creatori-pensatori-geniali, specialisti in macrocosmi, organizzatori collettivi: ogni pezzo una casella, ogni cubo nel cubo, le sfere verdi nel buco verde, chi si esime si incastra, collocazione perfetta o girotondo senza fine?..." Poi casca già con la testa inerte, lui che tenta di levarsi una scarpa, l´aiuta spingendola con un dito sulla fronte. "Be´, cosa vuole...non possiamo aspettare che il dorso della mano non ci chieda mai in cambio qualcosa. Dovrò scavare quattordicimila buche per montare quattordicimila trampoli dove avvitare le travi per reggere l´atmosfera o rischieremo di venirne soffocati... ci vuole del buon senso! Fondere, fondere, fondere, tutta questa latta e queste lamiere prima che il collagene schizzato sopra le nasconda. Mi aiuti lei. Presto! Sento che pollice e medio stanno per organizzare una nuova sommossa...questo bisindacato non mi dà tregua!".Mentre lei scivola dietro a una palizzata come fosse un pozzo "Dove va? Anche i filosofi ora tendono a svignarsela? E l´arte? Ormai rappresenta solo ciò che non è, infelice sintesi di vocazione conciliante e verità! L´efficienza, è l´efficienza ad aver sostituito l´originalità". Lei torna. Insieme fanno l´inventario degli oggetti in uno sghembo baule: un maialino laccato di rosso, una spugna,una tazza di ceramica crepata, un cappello di stoffa, un ombrello nero con interno bianco e una stecca rotta...Passo oltre. Inciampo in un tubo di plastica, il dondolio che si genera mi riporta alla bambina. Avrebbe potuto avere i capelli di qualunque colore, magari un tempo erano anche morbidi. Persino i suoi denti...piccolo trofeo in un sacchetto cuki. La fiamma ossidrica nella strada riesce a bucare le maglie di ferro che mi sono scivolate addosso.- Si è saputo qualcosa? -- Di cosa? -- Oddio, vi prego non ricominciate! Col malditesta di questa mattina non riuscirei a sopportarvi! -- Sai come ho risolto le mie emicranie? Mi sono rivolto alla Dreams´Pharmacy! Ho rinunciato ai miei ricordi fino ai sei anni ma vuoi mettere quante giornate future guadagnate? E poi ad essere sinceri alla mia età non si può certo dire che ne conservassi ancora molti, di ricordi! Dovresti Provare! -- Forse dovrei provare davvero a rigenerarmi, per il momento però sono ancora gelosa del mio stupido passato! -- Sempre un´inguaribile romantica, eh? -- Già...pare inevitabile...se non devo fare nulla qui, vado a fare un giro! -Fai pure, tanto le segnalazioni di sospetti sono sempre così inverosimili che, lo sai anche tu, non vale la pena controllare! -Cosa resta in tutto questo? Un inviluppo di colori, fusa palla di pongo. Qualcuno la offre al mondo. La trova il giorno seguente sotto la suola di una scarpa che l´utilitarismo ha riposto in un´arancio discarica. Qualcun altro, forse più ingenuo o semplicemente più sciocco, parla ancora d´amore. Amore, tutto è ridicolamente assurdo, da farmi scoppiare in una sonora risata, istericomuta. Eppure, si può davvero sfuggire alle assonanze? Mi piacerebbe gridare. Non credo ci sarebbe qualcuno in grado di ascoltare...la sordità non aiuta certo la comunicazione di chi non vuole comunicare...il lancio dell´informazione non ci mette al riparo da decodifiche trasversali. Ancora la stessa brama, lo stesso desiderio, convulso e leggero, atroce e sottile, azzurrantracite. Pare che il dolore si debba vivere da soli, in compagnia potrebbe sciuparsi...se almeno quelle bottiglie sulla finestra mi guardassero in modo meno vitreo, meno fisso. Cazzo! Tutta la galassia gira, solo voi così rigide! Insensibili al moto? Scappare, per andare dove? In nessun posto sarebbe come essere già in tutti. E non riuscire ad afferrarsi mai....Cambiare...il più grande dei giochi di prestigio...Una goccia. Un uccello passeggero? Perché debba passare passeggero proprio sulla mia testa...AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH; BBBAAAAAAAAAAASSSTTAAAAAAA!

No. Piove. È acqua. Su di me. La sento. Fresca. Come al solito pesante, greve. Questa pioggia avida mi succhia o sono io? Ho voglia di fosforo, di azoto. L´asfalto è bollente, l´acqua lo tocca e subito fugge in un vapore incredibilmente morbido e denso. Forse l´errore è proprio qui. Non si può essere insanamente categorici. Via le speculazioni! Lontani da me mostri orrendi, cozzate nel mio cervello solo quando decidete di ricondurmi alla vostra pazzia! Digrignate la labradorite di quei denti aguzzi per farmi credere che l´unica realtà a cui devo piegarmi è il diventare parte armonica di un mondo inetto, un inutile tassello di giornate inutili, perversa creatura poggiata su una crosta di miche, e risvegliarmi quotidianamente intorpidita da una demenza senza fine. Non può essere solo questo. Allungo le dita per toccare qualcosa al di là, con le punte la sfioro, i polpastrelli si contaminano. Poi involvo. Ogni cosa dipende dal gomitolo della prospettiva. Sembra banale, tutto banale, persino la felicità sembra banale. Vicina e banale, banale e vicina, vicina e banale, banale, banale, banale eppure solo a un millimetro di distanza da me.-

Come stai stamattina? -- Bene grazie, finalmente è sparito il malditesta! Quasi mi fa sentire sola il non averlo. Che giornata! Luccicante. Abbacinante. Allora questo rapporto è stato steso o dobbiamo tutti aspettare almeno un altro mezzo secolo? -- Aspettare per fare cosa? -- Per firmarlo! Una laconica firma è tutto ciò che mi resta da fare per oggi. Qualcuno mi offra una sigaretta! -

Tom afferra il pacchetto ottuso, accende il fiammifero; il legnetto fiammante vede Jill chinarsi su di lui, con i capelli sciolti, come se facesse le inalazioni. In ogni piccola asta c´è un fuoco di un colore diverso.

Un sorriso iridescente si vela di fumo.- Butta questa roba e comprati un accendino! -